STORIA E CULTURA

Il Vino e la Sardegna hanno un legame antichissimo, segnato in modo indissolubile dalle invasioni e dai domini subiti dall'isola nel corso dei secoli. La coltivazione della vite fu introdotta nel lontano VIII sec. a.C. dai Fenici e fu in seguito perfezionata dai patrizi Romani che riempivano le loro cantine di vini sardi.

Nel Medioevo, in seguito ad una forte battuta d'arresto legata alle invasioni di più orde barbariche, la vite e il vino ripresero vita sia grazie all'opera dei monaci benedettini sia per effetto della Carta de Logu, emanata dalla "giudichessa" Eleonora di Arborea nel 1395, che regolava e regolamentava rigorosamente le produzioni vitivinicole dell'isola.

E così che alla fine del '500, Andrea Bacci descriveva la Sardegna come "l'isola dei vini".

Fù tuttavia solo con la dominazione spagnola che vennero introdotte le cultivar, "progenitrici" di parte degli attuali vitigni autoctoni sardi (come il Cannonau ed il Bovale..). 

A dispetto delle lontane origini appena accennate, in tempi recenti, la superficie vitata in Sardegna ha subito una notevole riduzione sino ad attestarsi a poco più di 40.000 ettari, mettendo a rischio parte di questa antica tradizione.

 A tale rischio si oppone l'attività dell'Azienda vitivinicola Carboni, che punta sia alla rivalutazione dei vitigni autoctoni dell'isola sia all'introduzione di nuovi uvaggi, con la rivisitazione di vini perduti nel tempo. Tale attività è sempre condotta ispirandosi ad una precisa filosofia e seguendo gli antichi dettami dei Nostri Avi.